Paesaggio della Borgogna
Strada in Borgogna

Panorama Borgogna

Vigneti in Borgogna

Alla Scoperta della Borgogna

Tra storia, Climats e Terroirs

La prima cosa che ogni appassionato di vino prova leggendo la parola Borgogna è un’irrefrenabile voglia di fare le valigie e partire alla volta di questo meraviglioso territorio e, laddove questo non fosse possibile,l’istinto è quello di scendere in cantina e stappare una bottiglia proveniente da questo luogo. E sicuramente si tratterà di un grande Pinot Noir, o perchè no, un eccellente Chardonnay.

Quando si parla di Borgogna infatti, i veri protagonisti sono questi due vitigni, che proprio in questa regione hanno visto la loro origine.

Prima di parlare di queste grandi varietà e dei prestigiosi vini che riescono a dar vita i produttori di queste zone, è necessario soffermarsi sul territorio che, grazie alle sue peculiarità, da diversi secoli è un luogo quasi magico per tutti gli enoappassionati.

La Borgogna è una regione che si sviluppa nella Francia centro-orientale, il cui capolouogo, Digione, dista circa 200 km a Nord da Lione e circa 300km a sud est da Parigi.

Per comprendere meglio la conformazione di questa regione vitivinicola è utile studiarla suddividendola nelle sue 5 zone principali, a loro volta carattarizzate da suoli molto differenti tra loro, su cui affondano le radici i vigneti che oggi raggiungono valori inestimabili (un ettaro di vigna in Borgogna può arrivare a costare diversi milioni di Euro). Da nord verso sud infatti troviamo:
Chablis: caratterizzata dal peculiare terreno calcareo argilloso
Côte-d’Or: a sua volta suddivisa in Côte de Nuits, e Côte de Beaune, dove si concentrano i vigneti più pregiati al mondo, su terrreni argillosi, calcarei e marnosi
La Côte Challonnaise: dove troviamo suoli nettamente più argillosi e sabbiosi
Il Mâconnais: che vede grandi similitudini con la Côte Challonnaise ma con un clima leggermente più caldo
Beaujolais: territorio molto ricco di marne e calcare.

Due sono le cose che più colpiscono parlando dei terreni della Borgogna:
la prima è che risalgono all’era giurassica, e che quindi, per intenderci, molto probabilmente hanno visto “dal vivo” l’esistenza dei dinosauri;
la seconda è che questo territorio ha una diversità così alta, che per studiare e comprendere ogni singolo appezzamento di terreno, si è dovuto introdurre il concetto di climat, ovvero un appezzamento di vite con un proprio microclima e specifiche condizioni geologiche, accuratamente delimitato e denominato nel corso dei secoli. Per sottolineare questa diversità, basti pensare che da Digione a Santenay, appena a sud di Beaune,in soli 60km si estendono oltre mille Climats differenti.

Alcuni di questi sono diventate vere e proprie leggende, dove milioni di enoturisti compiono veri e propri pellegrinaggi, per visitare ad adorare il luogo di nascita dei grappoli che porteranno alla produzioni dei miti in bottiglia. Tra questi possiamo menzionare Romanée-Conti, Clos de Vougeot, Montrachet, Corton e Musigny…

Le origini della viticoltura in questa regione sono molto antiche, addirittura dobbiamo ricercarle sin al tempo dei Celti,ancor prima dell’arrivo degli antichi Romani. Una tradizione tramandata di generazione in generazione per millenni, anche grazie all’opera dei monaci che popolavano il territorio e che hanno tenuto sempre viva la cultura della vite. Durante il periodo della Rivoluzione Francese, le grandi tenute terriere della nobiltà e del clero vennero espropriate e vendute ai privati. Questa ripartizione dei latifondi ha generato una grandissima parcellizzazione del territorio, che ancora oggi caratterizza la Regione. La Borgogna, infatti, a differenza di Bordeaux e dei suoi grandi Chateaux, è costituita da tenute di dimensioni medio piccole e da molti vigneron che coltivano direttamente pochi ettari. Pensate infatti che alcuni di questi produttori arrivano a dividersi una singola parcella anche per filare.

Sicuramente non di immediata comprensione è il sistema di classificazione dei vini, che in Borgogna tiene conto dalla posizione, dall’esposizione e dalla composizione dei terreni di ogni singola parcella. Per comprendere al meglio possiamo immaginare questa classificazione come una piramide caratterizzata da 4 livellli:
– A livello più basso della piramide qualitativa troviamo tutti quei vini che includono in etichetta la parola “Borgogna”. Questi vini, contrariamente a come si potrebbe pensare, rappresentano la metà della produzione vinicola Borgognona. Alcuni esempi: Bourgogne Rouge, Bourgogne Blanc, Burgundy Hautes Côtes de Nuits, Burgundy Côte Chalonnaise, Burgundy Aligoté, Burgundy Passe-tout-grains, Crémant de Bourgogne, ecc. Attenzione: anche I villaggi di Mâcon fanno parte di questa categoria.
– Al secondo gradino troviamo le denominazioni di villaggio (o comunali), i cosiddetti village. Queste garantiscono la provenienza delle uva dalla specifica area comunale della denominazione. I village sono 44 e rappresentano il 40% della produzione totale. Alcuni esempi: Chablis, Gevrey-Chambertin, Mercurey, Vosne-Romanée, Meursault, Pommard…
– A salire troviamo i vini prodotti da vigne classificate come Premier Cru, che rappresentano il 10% della produzione e sono sempre legati a un nome di villaggio, in quanto appezzamenti situati all’interno dello stesso e identificati come di qualità superiore. Esempi: Pommard 1st Cru, Chablis 1st Cru, Nuits Saint Georges 1st Cru…
– In cima alla piramide si posizionano i celebri Grand Cru, la punta qualitativa più alta del territorio, solo l’1% della produzione che comprende 33 mitiche denominazioni, e non riportano per nulla il nome del comune, quindi più difficili da collocare geograficamente per un utente non esperto. Alcuni esempi sono: La Tâche, Clos de Vougeot, La Romanée, Echézeaux, Le Montrachet, Corton-Charlemagne, Bâtard-Montrachet, Chambertin..

Il valore del vino in questo territorio è estremo, basti pensare che in alcuni casi sono stati cambiati addirittura i nomi dei comuni in funzione di questo. Lampante è il caso del comune di Gevrey,che nel 1847 decise di aggiungere il nome Chambertin al toponimo, proprio a sottolinare la presenza sul territorio del pregiato vigneto grand Cru. Oggi il comune porta il nome di Gevrey-Chambertin.
La zona in cui si concentrano i grand cru, e quindi per definizione più qualitativa è sicuramente la Côte-d’Or, abbreviazione di Côte d’Orient. Una strada di soli 50 km di fama leggendaria, che si suddivide in due parti, a nord prende il nome di Côte de Nuits ed è la culla del pinot noir e dei grandi rossi, mentre a sud si trova la Côte de Beaune, dove si producono alcuni tra i più grandi vini bianchi del mondo, da uve chardonnay in purezza. Uno dei Domaine più emblematici di questo territorio è quelle de la Romanee-Conti, che sorge nel cuore di Vosne-Romanee (letto Von-Romanè), sogno proibito della stragrande maggioranza degli amanti di vino di tutto il mondo. Si pensi che una bottiglia di questa cantina leggendaria può arrivare a costare anche diverse centinaia di migliaia di euro.
Al di sotto della Côte-d’Or, si posiziona la Côte Chalonnaise, zona di produzione di vini rossi e bianchi, in cui non troviamo Grand Cru, ma dove è possibile degustare diversi ottimi Premier Cru. Tra le denominazioni da provare troviamo: Mercurey, Montagny, Rully, Givry. Peculiare è la denominazione Bouzeron, doive vengono prodotti ottimi vini a base aligotè, altro vitigno autoctono della Borgongna, abbandonato poichè non ritenuto all’altezza del grande Chardonnay. In questa zona, è molto diffusa anche la produzione di vini spumanti Metodo Classico.
Spostandoci verso il basso sulla cartina, è possibile imbattersi nella vasta area del Mâconnais, regione vocata alla produzione di vini bianchi da uve chardonnay, ricordiamo in particolare i vini di Mâcon, Saint-Véran e soprattutto di Pouilly-Fuissé.
All’estremo sud della regione, infine, troviamo il territorio del Beaujolais, patria indiscussa del vitigno a bacca rossa Gamay. Questa zona è nota in particolare per il Beaujolais Nouveau. Un vino fresco, fragrante e fruttato, prodotto con la tecnica della macerazione carbonica. Tra i Village da ricordare e che meritano una visita, troviamo: Moulin-à-Vent, Régnié, Saint-Amour, Brouilly, Chénas e Morgon.

Difficile parlare della qualità specifica dei vini prodotti in questo territorio, poichè questa immensa diversità di suoli, altitudini, esposizioni, microclimi e mani dei produttori rendono ogni etichetta unica ed inimitabile. Possiamo però dire con certezza che si tratta di vini dotati di estrema finezza ed eleganza, caratterizzati da un’estrema longevità.

Un territorio da esplorare e approfondire, da vedere con gli occhi, e degustare nel calice.

Paolo Porfidio

Elemento grafico